Bosco Normale de Mexia
- Categoria: Boschi normali a sughere
- Scritto da: M.P
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[Il metodo di assestamento usato per le sugherete che porta al Bosco normale è stato da noi pubblicato nel 1998 e si rinviene su Internet nel sito www.sughera.it alla voce LE RICERCHE: PALMAS M.A. et al.,1998 – Un metodo per trovare un modello di bosco normale e sostenibile a Quercia da sughero. Rend. Sem. Fac. Sc. Univ. Cagliari]
1.- Bosco normale de Mexia
2.- Bosco normale Natividade
3.- Bosco normale Lamay
Sul trattamento dei Boschi a sughere in letteratura compaiono almeno 3 tipi di bosco basati sulla copertura arborea (aree di insidenza): uno francese, Bosco di Lamay (1893), copertura arborea: 10.000 m²/ha e due portoghesi, Bosco di Natividade (1956), copertura arborea: 5.800 m²/ha e Bosco De Mexia (1934), copertura arborea: 3.830 m²/ha. Il primo è basato sui boschi della Francia a clima mediterraneo, il secondo e il terzo su quelli del Portogallo a clima atlantico. Ciascuno degli autori ritiene che quello da lui proposto sia un modo per far produrre il bosco a sughere, rispondere alla aspettative della società e conservare l’ambiente.
In questa sede vengono dati ai rispettivi boschi i nomi di questi autori per la copertura arborea da essi proposta, mentre la organizzazione degli alberi che costituiscono detta copertura è stata da noi messa a punto col nostro metodo di assestamento.
Certamente non esiste solo il bosco a copertura colma e molto esteso, se lo stesso legislatore considera bosco, “i terreni coperti da vegetazione forestale arborea, associata o meno a quella arbustiva, di origine naturale o artificiale, in qualsiasi stadio di sviluppo, i castagneti, le sugherete e la macchia mediterranea… Le suddette formazioni vegetali e i terreni su cui esse sorgono devono avere estensione non inferiore a 2.000 metri quadrati e larghezza media non inferiore a 20 metri e copertura non inferiore al 20 per cento, con misurazione effettuata dalla base esterna dei fusti”. (D.l. 18 maggio 2001, n.227)
Considerato che oltre mezzo secolo di protezione totale della sughera ha di fatto più che dimezzato le nostre sugherete, si propone di cambiare rotta diversificando le soluzioni da adottare in campo. Riteniamo che una comunità abbia bisogno, per meglio utilizzare il proprio territorio e salvaguardare l’ambiente, di almeno 3 tipi di bosco, ciascuno con le sue caratteristiche e prescrizioni; il rispetto delle quali viene assicurato con opportuni incentivi e controlli, anche aerei (incentivi in base alla copertura). E’ un auspicio, in particolare, che il bosco privato venga conservato e assestato, anche quello a minima copertura, e ne venga promosso il passaggio verso i boschi a maggiore densità. La promozione, si sa, va incoraggiata anche spostando con gradualità gli incentivi dal bestiame alla copertura arborea, mentre per le terre pubbliche non è più eludibile l’inizio del loro assestamento in tempi brevi. Serve, dunque, una nuova legge quadro sulla sughera perché sono cambiate le prospettive, sia a livello locale che europeo.
In questo lavoro, basato su un bosco modello a quercia da sughero (PALMAS et al., 1998)), vengono mostrati tre scenari di bosco a sughera, tutti coerenti con le conoscenze di cui disponiamo, che aiutano a prevedere come potrebbe essere un uso sostenibile del territorio per una solida pianificazione nelle zone a sughera dell’Italia tirrenica e insulare.
I dati dei singoli boschi derivano dalla “curva del bosco normale” che individua una copertura massima e costante nel tempo, però nell’ambito dell’intervallo di area di insidenza prefissato per ettaro per ogni tipo di bosco.
La tabella delle classi diametriche e del numero delle piante normali origina una curva, la curva del bosco normale. Essa rappresenta il bosco futuro che si intende realizzare adottando una gestione forestale sostenibile (GFS) e una gestione forestale attiva (GFA).
Bisogna adoperarsi perché questi tre tipi di bosco a sughera vengano inclusi nel "Registro Nazionale dei Serbatoi agro-forestali di carbonio" perché possano ricevere le royalties connesse al mercato dei sink del carbonio e vengano codificati e usati nella situazione attuale della Sardegna per la forestazione, la difesa idrogeologica, la protezione del suolo, la difesa dalla desertificazione, la biodiversità, la protezione dei bacini imbriferi, i pascoli di montagna, la protezione delle falde acquifere, la naturalizzazione dei boschi in collina, in pianura e sulle rive del mare, ecc.
Bosco de Mexia (1934)
[– 3.830 m²/ha [348 m² /cl_diam.] e 200 piante circa/ha]
Introduzione
Il bosco de Mexia è quello che presenta la copertura più bassa e il minor numero di piante. Esso non è un bosco spontaneo, casuale come se ne trovano in natura, ma un bosco costruito usando l’assestamento e presenta tutte le 11 classi diametriche; la distribuzione del numero delle piante, nell’ambito di ciascuna classe, è governata da una curva normale secondaria che discende dalla curva normale primaria. Infatti una volta decisa la superficie di copertura del bosco, la si divide per 11 (numero delle classi diametriche tra 12,5 e 67,5 cm) e si ottiene la superficie a disposizione di ciascuna classe per quel tipo di bosco (348 m²); basta dividere questa superficie per i valori delle aree di proiezione della chioma di ciascuna classe, individuati dalla curva normale primaria, per ottenere il numero delle piante per quella classe. Il piano che consente l’adeguamento del bosco reale alla curva si chiama piano di assestamento e si basa sia sulla applicazione di tecniche di gestione razionale dei boschi, sia sulla gestione forestale sostenibile (GFS) e sulla gestione forestale attiva (GFA).
Il numero di piante (e la curva corrispondente) può essere soggetta a modifiche ogni 10 anni a seguito di cavallettamento all’altezza del petto e misurazione dei diametri delle proiezioni delle chiome delle piante della particella. L’accrescimento dei diametri e la modifica delle chiome col tempo potrebbero indirizzare il bosco verso traguardi come quello di una maggior densità per ettaro (Strategia flessibile).
KIKILI (Bitti - NU) – Bosco normale a sughere De Mexia
I
BOSCO NORMALE
Il bosco normale é quella “particolare formazione forestale che per ogni forma di governo e di trattamento ha una struttura e una composizione tale da assicurare un prodotto annuo massimo e costante" (Cantiani 1985)
Il coefficiente di mortalità K
K = ni / ni+1 = e m(Xi+1 -Xi)
II
ASSESTAMENTO Assestamento forestale è la scienza che studia le tecniche di gestione razionale dei boschi.
Nella concezione classica l'assestamento forestale mira ad una strutturazione del bosco che sia funzionale all'utilizzazione economica del soprassuolo forestale.
Area basimetrica
Somma delle aree delle sezioni dei fusti misurate a m 1,30 dal suolo.
Provvigione
Volume delle piante in piedi
Ripresa
Il volume di legname ritraibile dal bosco periodicamente.
Superficie di decortica
La superficie di decortica (Sd) è l’area laterale del cilindro di sughero estratto. E’ data dal prodotto tra l'altezza di decortica (altezza fino alla quale si estrae il sughero) e la circonferenza a m 1,30 dal suolo, misurata sopra scorza prima della estrazione, mentre il coefficiente di decortica (Cd) è il rapporto tra l’altezza di decortica e la circonferenza misurata sopra scorza a metri 1,30. Nel lavoro i calcoli sono fatti per Cd=2 .
Produzione sugherosa
La produzione sugherosa (Ps) è data dal prodotto della superficie di decortica (Sd) per la costante Pss (= peso sughero secco) (1 m² di sughero secco = 7,138 kg (Sanfilippo 1979). Produzione reale possibile (Prp) è quella che si può ricavare già oggi con i popolamenti presenti e che resta in pianta..
Discussione
Nel bosco normale a sughere de Mexia la copertura arborea è attorno al 40% dell’ettaro e così pure il numero delle piante, però rispetto alla situazione al tempo T0 presenta tutte le classi diametriche secondo un coefficiente di mortalità K=1,264 in accordo con i valori di K trovati per il bosco normalizzato che ricadono nell’intervallo considerato ottimale da precedenti studi per altri boschi di querce: 1,2 < K < 1,5 (De Philippis 1965).
Il numero di piante presenti in bosco (e rappresentato dalla spezzata) supera ampiamente quelle della curva, nel caso qui esaminato. Ciò agevolerà il raggiungimento della normalità secondo la Ai (area di insidenza) prefissata.
La tab.a1 (assestamento) dà il piano che consente il passaggio dal bosco reale al bosco normale (dalla spezzata alla curva); la sua realizzazione è facilitata dalla base di partenza del popolamento e dalla conoscenza che l’operatore ha della gestione forestale sostenibile (GFS) e della gestione forestale attiva (GFA) che sono necessarie per abbattere i tempi e preservare i luoghi. Dunque “L'assestamento viene qui inteso non come costringimento degli ecosistemi forestali in rigidi schemi definiti a priori, bensì come verifica sperimentale dell'effetto congiunto degli interventi dell'uomo e delle dinamiche naturali. Nella prassi operativa quindi l'individuazione di modelli di riferimento viene usata più come uno strumento interpretativo dei processi evolutivi in atto, che come rigida meta alla quale è necessario arrivare. Con i piani di assestamento vengono inoltre definite concretamente le necessità colturali e infrastrutturali e le possibilità di prelievo di ogni comparto o particella forestale” (Wolynki A., 1996).
L’area basimetrica decresce fino a restare costante perseverando lo stesso tipo di governo e di trattamento e risulta poco meno della metà della superficie teorica che per i boschi di querce si aggira attorno ai 25 m2 /ha.
La provvigione si riduce quasi alla metà e poi cresce fino a stabilizzarsi sui 75 mc/ha (i ¾ dello stato di partenza), lo stesso accade per la ripresa che si stabilizza attorno ai 28 mc/ha. . Questa rappresenta la seconda fonte di reddito nei boschi a sughere, perché la prima è il sughero.
La superficie di decortica alla normalità risulta incrementata di circa 1/3 rispetto al tempo T0; la Sd_r è un dato ipotetico perché di fatto risulta meno della metà. Le potenzialità del bosco sono decisamente migliori a Tn.
La produzione sugherosa si contrae tra Tr e Tn, mentre si incrementa del 25% tra T0 e Tn.
La salute del bosco migliora perché con l’assestamento le piante malate, debilitate, deformi appartenenti alle classi in eccesso rispetto alla curva del modello vengono in parte tagliate.
Le sugherete sono “sink di carbonio”
Conclusioni
Il Bosco de Mexia è quello che presenta la copertura arborea più bassa (3830 m2 /ha) e il minor numero di piante (attorno alle 200 piante/ha).
Il Bosco de Mexia consente il pascolo ovino con una protezione minima per i rincalzi.
Il reddito del sughero del Bosco de Mexia normalizzato sarebbe da una volta e mezzo al doppio di quello del pascolo brado (senza uso di mangime) di 2 pecore/ettaro che diano 1 litro di latte al giorno ciascuna per 180 giorni l’anno.
I boschi a copertura così bassa per ettaro sono molto diffusi in Sardegna; si tratta in molti casi di razionalizzare quello che già esiste, secondo un piano preparato ad hoc che si rivelerà molto remunerativo vista la legislazione UE in materia.
Il Bosco de Mexia, se esteso alle zone spoglie della pianura e delle montagna nell’attuale situazione, potrebbe essere molto utile ad operatori privati, che riconoscono che anche un minimo garantito di copertura arborea che produce humus ricco in grado di migliorare il suolo, fa la differenza e ferma il deserto.
Il Bosco de Mexia una volta avviato può essere iscritto nel "Registro Nazionale dei Serbatoi di carbonio agro-forestali” per ricevere le royalties del mercato del carbonio. (*)
(*) Col protocollo di Kyoto si sta creando un mercato del carbonio nel quale chi inquina, se ha bisogno, può comprare “le tonnellate di CO2 “ che gli servono. Le quotazioni del 2005 sono andate da 8 a 32 € / tonnellata CO2/ anno. Prezzo medio 20 € / tonnellata CO2/ anno.
Siccome un ettaro a sughereta toglie dall’atmosfera e immagazzina ogni anno cinque tonnellate di CO2 , il conto è presto fatto. Un ettaro a sughereta, nel mercato del carbonio, vale in media 100 € all’anno di royalties.
Bibliografia
CANTIANI M., 1985 -. Appunti di assestamento forestale. A-Zeta ed., Firenze.
De PHILIPPIS A., 1965 - Fustaia. Enc. Agr. Ital. R.E.D.A. Roma
LAMEY A., 1893 – Le chêne-liege. Sa culture et son exploitation. Berger-Levrault et Cie Edit., Paris
MEXIA J.G. Nunes de, 1934 – Aspectos da culturado sobreiro em Portugal. Bol. Ass. Cent. Agric. Port., 27 (5): 153-161; (7 e 8): 217-225.
NATIVIDADE J. V., 1956(1950) – Subericulture. Ecole Nationale. et Forêts, Nancy.
PALMAS M., DEL PIN B., 1998 – Un metodo per trovare un modello di bosco normale e sostenibile a Quercia da sughero. Rend. Se. Fac. Sc. Univ. Cagliari.
PALMAS M.., 2001 – Un metodo utile per razionalizzare le altezze di estrazione del sughero nei boschi a QUERCUS SUBER L. e aumentare la produzione. Monti e boschi, LII, 2: 26-32.
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PALTRINIERI E., (1967-76 ? ) ……Piano di assestamento delle foreste demaniali del Goceano
SANFILIPPO E., 1979 - Miglioramento di azienda sughericola in Sardegna. La valorizzazione delle risorse forestali italiane. Vol. III – Accad. Georgofili, di Agr.e Scienze For. Firenze.
[WOLYNSKI A., 1996 - Compatibilità della produzione di legname con le esigenze di tutela dell'ambiente forestale. IFM., 6: 403-410]
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